Cosa fa della montagna una maestra di vita?
Montagna maestra di vita, niente lavagne, ma mani nude e pareti di roccia, ecco la frase “guida alpina” La montagna mi ha insegnato a non barare, a essere onesto con me stesso e con quello che facevo. (Walter Bonatti).
Perché è la montagna maestra di vita
La montagna maestra di vita dal punto di vista fisico, psicologico, mentale ed etico. Da sempre una montagna rappresenta i risultati, gli ostacoli, la responsabilità, le regole, le strategie, vittoria e sconfitta oltre che il rispetto. La montagna è maestra di vita perché consente di mettere in evidenza le cose essenziali ed importanti, di conoscersi e di raggiungere una consapevolezza interiore e fisica. Imparare a rispettare le regole, eliminare il superfluo, conoscere se stessi e dare il giusto valore e a relativizzare ciò che ci circonda e che ci accade. Valorizzare la propria esperienza e confrontarsi con in propri limiti, la montagna è un esercizio di crescita costante personale e non solo perché la montagna insegna l’etica del comportamento da seguire.
Condivisione dell’esperienza: la montagna mestra di vita e di condivisione
La Montagna è anche esperienza di condivisione e di rispetto delle regole del gruppo perché si è con altre persone. La scalata diviene simbolo della vita stessa, di come sia faticoso salire, ma di quanto sia gratificante arrivare alla vetta, che però è solo l’inizio dell’esperienza, perché dalla vetta si deve saper contemplare e soprattutto saper scendere.
La tutela ambientale: la montagna mestra di vita nel rispetto dell’ambiente
Andare per le montagne non è solo un esercizio fisico e una competizione, ma è anche fonte di educazione ambientale per il pieno rispetto dell’ecosistema in cui ci si trova.
La vera maestra di vita
Sarebbe auspicabile che soprattutto i giovani capissero quanto sia formativo andare in montagna e saperne cogliere gli insegnamenti. Disintossicare i giovani e i bambini dall’abuso e dalla dipendenza dell’uso dei mezzi tecnologici per osservare il mondo con occhi diversi e anche solo per spostare il proprio punto di vista. S’impara ad orientarsi.
Fonte: wikipedia
La leggenda della Sibilla Appenninica: montagna maestra di vita
La leggenda della Sibilla Appenninica, è legata al Monte Sibilla, nello specifico alla Grotta della Sibilla o grotta delle fate. Questa leggenda per secoli ha irretito studiosi, avventurieri e maghi ammaliati dal richiamo della leggenda di questo antico oracolo, la Sibilla.
Chi era la Sibilla?
La Sibilla Appenninica si incrocia e confonde con le altre Sibille, pur essendo diversa. Di fatto nella leggenda la Sibilla era un oracolo che usava il tipico linguaggio “sibillino”, difficile da interpretare. Il mito della Sibilla si trasforma magicamente nel tempo, madre terra onnisciente ancestrale, muta in maliarda tentatrice mortale per finire strega da bruciare sul rogo.
Chi erano le fate?
Le fate erano le ancelle della Sibilla, belle donne dai piedi caprini, che potevano uscire nella notte dalla Grotta, bagnarsi nel lago di Pilato, avere rapporti con gli uomini e insegnare un mestiere alle ragazze. Prima dell’alba le fate dovevano rientrare nella grotta. Le leggende sulle fate sono tantissime, ma di sicuro si può pensare che le fate siano il simbolismo di donne emancipate, che ostentavano la propria conoscenza, in un mondo dove non era possibile che ciò accadesse, quindi si dovevano nascondere.
Il simbolo delle Grotta?
La grotta della Sibilla, detta anche grotta delle Fate è situata a 2150mt, quasi in vetta al monte Sibilla. La grotta deve il suo nome alla leggenda della Sibilla Appenninica che rivela che era l’ingresso al regno sotterraneo della regina Sibilla. Oggi la grotta non è più accessibile, sia per gli eventi naturali che per i danni causati dagli umani, la Grotta e la Sibilla sono raccontate da vari scrittori nel corso dei secoli.
Chi ha scritto della Sibilla Appenninica?
Ecco chi ne ha narrato le azioni leggendarie contribuendo così ad alimentare la fama del mito e il consolidamento delle leggende:
- Andrea da Barberino, con il suo romanzo cavalleresco Il Guerin Meschino. Questo libro scritto nel XV secolo, racconta le avventure e disavventure di un cavaliere errante che arrivò dalla Sibilla per ritrovare i suoi genitori. Rimase nella grotta resistendo a tutte le tentazioni, una volta uscito sano e salvo, incontrò il Papa che lo benedì.
- Il francese Antoine de La Sale, ne raccoglie tutte le leggende sul posto dai locali, nel 1420. La ragione di questa investigazione è dovuta alla ricerca di un cavaliere scomparso. Proprio grazie alla ricerca del cavaliere per conto di Agnese di Borgogna, si reca nella grotta e ne disegna la pianta topografica del vestibolo dell’antro ancora conservato intatto.
- La celebre leggenda tedesca del Tannhäuser parrebbe essere stata ispirata dal mito della leggenda della Sibilla Appenninica
Dov’è oggi la Sibilla?
La Sibilla persiste nelle leggende locali, continua a vivere, è lì.
Le fate della Sibilla si festeggiano con un festival annuale
www.sibyllarium.it
Museo Grotta della Sibilla
https://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=154029&pagename=57
https://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_Appenninica, http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_366-28-2008.pdf
Il Paradiso del regno della Sibilla Antoine de la Sale https://docs.google.com/document/d/1A01S8EweX6Tf0AQmXuCiAwM91r3Of8OLd4GHt3orPxo/edit
Guerrin Meschino
www.salernoeditrice.it/ il-guerrin-meschino
Tannhäuser
https://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sitoMiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_2111227564.html
Consiglio:
il sentiero
Anello del Monte Sibilla
Bellissima escursione su una delle cime più importanti e panoramiche dei monti Sibillini. Frequentata e ricca di storia presenta un breve tratto attrezzato con cavo d’acciaio.
ripartiredaisentieri.cai.it/sentieri/anello-del-monte-sibilla
Fonte: CAI ITALIA