Turismo di massa e montagna?
Potremmo dire la strana coppia, Il turismo di massa e montagna è un po’ come arrampicarsi sugli specchi…
la frase “guida alpina”: Migliaia di persone stanche, stressate e fin troppo “civilizzate”, stanno cominciando a capire che andare in montagna è tornare a casa e che la natura incontaminata non è un lusso ma una necessità. (John Muir)
Il prezzo che la montagna paga ai milioni di stressati: il turismo di massa in montagna
La montagna per secoli è stata inaccessibile. Oggi le barriere sono state abbattute e quindi tutto è accessibile e facile. Masse di alpinisti, arrampicatori ed escursionisti scorrazzano su e giù tra montagne e valli. Ormai la montagna è per tutte le stagioni, dalle vacanze estive a quelle invernali. In estate valanghe di turisti diventano escursionisti di ogni sorta e con ogni mezzo. In inverno la settimana bianca è diventata quasi un obbligo, con gli sport invernali, come lo sci ( tutte le discipline) e lo snowboard ad esempio. Le vacanze di massa in montagna sono diventate una fonte di reddito insostituibile. Ma è sostenibile?
Come può essere sostenibile il turismo di massa in montagna?
Il turismo in montagna gira cifre da capogiro, quindi bisogna restare vigili e sviluppare sistemi di gestione idonei e adatti a questo ambiente con uno sviluppo sostenibile delle zone montane.
Qual è l’impatto sull’ecosistema della montagna di una tale antropizzazione?
Le comunità locali più attente alla tutela ambientale sostengono che serve il numero chiuso e meno strutture ed infrastrutture. L’impatto del turismo di massa nelle aree montane a livello economico, sociale e ambientale può essere sia positivo che negativo.
Alcuni importanti aspetti negativi includono:
- cementificazione della montagna
- aumento del costo della vita
- aumento dei consumi
- più inquinamento e rifiuti
- rischio di estinzione di culture e i valori tradizionali
- forzata mobilità dei locali
- shock culturale tra loali e turisti
- stagionalità del lavoro
- I soldi generati dal turismo non vanno sempre a vantaggio delle comunità locali
- Dipendenza esclusiva dall’industria del turismo come unica risorsa
Alcuni importanti aspetti positivi includono:
- maggiore occupazione
- sostegno all’economia locale
- Scambio culturale che consentirebbe di sviluppare la conservazione dell’ambiente montano
- sviluppare la consapevolezza sui problemi legati all’ambiente della montagna e il turismo di massa
- Il turismo aiuta a promuovere la conservazione della fauna selvatica e delle risorse naturali come le foreste pluviali e le attrazioni del patrimonio mondiale
La soluzione? Forse è nell’equilibrio sostenibile tra gli aspetti positivi e negativi dell’impatto del turismo di massa sul territorio e delle risorse da parte del turismo di massa su tutte le montagne del mondo.
fonte: www.earthday.it
Il libro: “Salviamo le montagne” R Messner Corbaccio
«Bisogna assumersi la responsabilità di tutelare le montagne!» trascrivo la bellissima presentazione del libro sul sito della casa editrice
…Ma il turismo di massa degli ultimi decenni rischia ormai di distruggere le montagne invece di valorizzarle: che si tratti di Alpi, Himalaya o Alti Tatra, tutte le regioni montane si sono trasformate in altrettanti parchi avventura, vie attrezzate e comprensori sciistici innevati anche artificialmente, dove biker, scalatori e sciatori si aspettano un divertimento assicurato, senza imprevisti, perfettamente organizzato, soccorso alpino onnipresente incluso.
…il risultato è quello di prosciugare in modo irrimediabile le risorse naturali e di snaturare gli ultimi luoghi selvaggi del pianeta. Perché mai dovremmo importare in montagna ….Non c’è bisogno di salire l’Everest, magari in fila indiana, per vivere la montagna. È importante che ognuno faccia le esperienze adatte alle proprie capacità e nel pieno rispetto dell’ambiente: solo così la montagna potrà continuare a essere un bene di tutti, un bene prezioso, capace di rigenerare lo spirito dell’uomo.
Fonte: https://www.corbaccio.it/libri/salviamo-le-montagne-9788867007233
Il sentiero del CAI
Rocca Calascio
Santo Stefano di Sessanio – Rocca Calascio – Castel del Monte Da Santo Stefano (1210 m) con il sentiero CAI 267 si raggiunge la Chiesa di Madonna della Pietà, il Borgo di Rocca Calascio ed il centro abitato di Castel del Monte.
ripartiredaisentieri.cai.it/sentieri/percorso-panoramico-davide-de-carolis/
Fonte: CAI ITALIA