Carnevale: Bombette o Castagnole ripiene di crema?
Buonissime “bombette” o Castagnole ripiene di crema, le mie favorite.
Le castagnole sono un dolce carnevalesco diffuso in tutta Italia. Ne esistono varie tipologie: una senza farcitura ed un’altra con farcitura di crema pasticcera, nota anche come bombetta di Carnevale. Voilà bombette o castagnole ripene di crema…
Questa versione farcita e super golosa è quella che mi ha ispirato i miei “viaggi dei ravioli”, perché le bombette o castagnole sembrano dei mini calzoni fritti con ripieno dolce.
I calzoni sono considerati come i ravioli: una sfoglia ripiena…così eccomi a parlare di bombette o castagnole ripiene di crema, dolcetti tipici e tradizionali del Carnevale.
“Accicerchiate” a chi? Così per non far stare da sole le bombette a Carnevale, che ci metto vicino? La cicerchiata che è un dolce tipico dell’Abruzzo pure a Carnevale e che in genere ha la forma di un cerchio e che quindi “accicerchia” le bombette
Dolcetto scherzetto: vale anche a Carnevale, meglio bombette o castagnole?
Le castagnole, nella tradizione italiana, sono uno dei simboli del Carnevale. Questo dolcetto ha origine in varie regioni d’Italia: Veneto, Emilia Romagna, Lazio con una forte tradizione anche in Campania.
Perché mai si chiamano castagnole? Per la loro forma e dimensione che è del tutto simile alle castagne.
Sono palline fritte e cosparse di zucchero. Ci sono anche quelle con l’Alchermes, oppure la nostra variante ripiene di crema pasticcera diventando così vere e proprie “bombette” che esplodono in bocca, altro che scherzo di Carnevale.
Bombette o castagnole, ma che ci racconta la storia?
Di castagnole ne parla nel 1684, il cuoco Nascia, della Casa dei Farnese, mentre nel 1692 si trovano nelle ricette del Latini, cuoco, della casa reale dei D’Angiò. Questi due cuochi le chiamano “struffoli”, ma di castagnole si tratta.
Le castagnole sono presenti in quattro ricette di un manoscritto del settecento che è stato trovato negli Archivi di Stato di Viterbo. Per la prima volta si riporta la ricetta light delle castagnole cotte al forno anziché fritte. Come “castagnole” sono presenti nei più moderni ricettari ottocenteschi.
A proposito di Cicerchiata
La cicerchiata è un dolce carnevalesco tipico abruzzese.
Per l’Atlante dei prodotti tradizionali d’Abruzzo (ARSSA – Regione Abruzzo, 2004), avrebbe origine dalla zona del Sangro.
La cicerchiata e la sua storia
Come spesso accade, le sue origini sono contese tra varie regioni d le ricette per prepararle sono diverse tra loro, non ne esiste un’unica ricetta.
In molti considerano l’Abruzzo la loro terra d’origine perché vi è storicamente prodotto un ottimo miele. Per altri le sue origini sono in territori al confine tra Umbria e Marche.
Come si presenta
Questo dolcetto carnevalesco si prepara con: farina, uova, zucchero e burro. Si fanno le palline piccoline che vengono fritte. Scolate, si dispongono a cerchio e si cola il miele bollente. Il miele raffreddandosi incolla le palline tra loro prendendo la forma di un cerchio. In Abruzzo si decora con zuccherini confettati colorati e mandorle tostate. Sono tante le varianti alla ricetta.
Etimologia del nome
Il nome deriva da cicerchia, un legume che è oggi specialità tipica, che ricorda i ceci.
Il significato di “cicerchiata” sarebbe quindi quello di “mucchio di cicerchie”.
Abruzzo terra di transumanza non solo di pecore
La terra d’Abruzzo è nota per essere dedita alla pastorizia, le migrazioni con gli animali, la transumanza hanno segnato indelebilmente la storia e le tradizioni di questa regione.
Però non esiste solo la transumanza delle greggi, ma anche quella delle api ed è del nomadismo dell’apicoltura che vi voglio parlare. Che cos’è l‘apicoltura nomade? È quella apicoltura che sposta gli alveari da un posto all’altro in base alle piante disponibili soprattutto per avere mieli di migliore qualità.
Le arnie si caricano nella notte e si scaricano all’alba nelle aree di fioritura. Ci si sposta in base alla disponibilità di fiori , dalla montagna alla pianura e in base alla stagionalità. Questa tecnica consente anche l’impollinazione dei frutteti.
Tornareccio per scoprire “la regina del miele” d’Abruzzo
L’itinerario che vi propongo è dolcissimo e ci porta sulle tracce degli apicoltori nomadi e della transumanza delle api nella Val di Sangro a Tornareccio. La transumanza delle api è stata praticata sin da tempi antichissimi dai nomadi, che trasportavano i loro alveari a dorso d’animale.
Per tornare all’Abruzzo per conoscere la tradizione degli apicoltori nomadi si deve fare una capatina a Tornareccio nella Val di Sangro in provincia di Chieti.
Il borgo è uno dei trentanove comuni italiani dell’Associazione Nazionale delle Città del Miele (in Abruzzo ci sono anche Pescina e Roccascalegna).
I mieli di Tornareccio, grazie alla tecnica nomadistica della transumanza, vengono raccolti anche in alta montagna e in boschi incontaminati. Tante sono le varietà, anche rare: l’acacia, la sulla, il ciliegio, l’ailanto, la marruca, la melata di bosco.
Gli apicoltori nomadi di Tornareccio raccolgono il miele spostandosi tra varie regioni d’Italia.
Eventi: Tornareccio Regina di Miele a Settembre, rassegna degli apicoltori abruzzesi e non solo.
Esiste la Comunità Slow Food degli Apicoltori Nomadi di Tornareccio
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Castagnole_(dolce)
https://it.wikipedia.org/wiki/Cicerchiata
www.la strada dei parchi.it
www.visitareabruzzo.it
www.lecittàdel
miele.it
https://abruzzoturismo.it/it/mieli-di-tornareccio