Celli d’Abruzzo: biscotti imbottiti
Per caso mi compaiono davanti sul banco di un forno…mi incuriosisce la loro forma che sembra quella di un raviolo extra size…”celli ripeni d’Abruzzo” chi siete? Voilà la scoperta.
I “Celli Ripieni” sono dei biscotti ripieni tipici della tradizione culinaria abruzzese, nello specifico di San Vito Chietino. La tradizione li lega alle nozze. Queste sfoglie imbottite mi ricordano i miei amati ravioli e quindi perché non parlarne? I biscotti sono fatti con un impasto friabile a base di farina, olio e vino e ripieni di confettura di uva di Montepulciano abruzzese (la cosiddetta “ragnata” o “scrucchiata “), mandorle tostate, cacao e cannella.
I celli d’Abruzzo delizie di nozze
Secondo la tradizione contadina venivano offerti in occasione dei matrimoni ma oggi si fanno a Natale. Questi biscotti abruzzesi si offrivano agli invitati al matrimonio, ma anche agli amici e conoscenti. Una tradizione che poi nel corso del tempo è stata “soppiantata” dai confetti.
Un ultimo biscotto: altro che ultimo bacio
Si narra che i celli ripieni fossero serviti per ultimi. Il motivo? Bruttini a vedersi non potevano competere con dolci decisamente più belli. Però la sorpresa arrivava al primo morso e ci si rendeva conto della loro bontà. Dulcis in fundo…quindi il meglio alla fine!
I celli ripieni cambiano nome a secondo della zona, cambiano ricetta e origine, come spesso accade con le ricette della tradizione.
Come sono fatti i celli d’Abruzzo?
La ricetta più antica è quella “olio e vino”, con ripieno la tipica confettura d’uva Montepulciano abruzzese, con zucchero e cotto in forno. Gli ingredienti in genere sono: farina, vino bianco, olio extravergine d’oliva, zucchero e confettura d’uva nera con le bucce. Il risultato? un dolce friabile e morbido. La “scrucchiata” può essere arricchita con vari ingredienti che sono: mandorle tostate, cacao, cannella, il mosto cotto, la scorza d’arancia, il caffè, il cioccolato fondente. Se il ripieno è troppo morbido, si possono aggiungere biscotti secchi tritati o un cucchiaio di pane grattugiato. È possibile preparare il ripieno in anticipo e conservarlo in frigorifero fino al momento di usarlo.
I celli raccontano di nozze, ma vi vorrei raccontare la storia di due amanti quasi clandestini che a San Vito trascorsero un’estate molto particolare: D’Annunzio e Barbara Leoni
I celli stanno a San Vito Chietino come San Vito Chietino sta al Trionfo della morte di D’Annunzio! Esagero…però è proprio a San Vito in una estate di fine ‘800 che D’Annunzio trovò l’ispirazione per il suo libro e l’esperienza di San Vito è trascritta nelle pagine romanzate del terzo libro. Il Trionfo della morte aldilà dell’essere un romanzo psicologico con introspezioni profonde dell’animo umano, sviluppa anche il tema del superuomo, ma ciò che me lo ha fatto amare non è questa intelaiatura filosofico psicologica, bensì tutto quello che riguarda il tema religioso antropologico, la superstizione, i costumi di un Abruzzo, che D’Annunzio descrive con crudezza e verismo. Un Abruzzo svelato, ancestrale e terribile.
Il promontorio
L’Eremo di D’Annunzio (detto anche Eremo di San Vito) è una casa colonica costruita su un promontorio nel quartiere di Portelle a San Vito Chietino, dove Gabriele d’Annunzio trascorse l’estate del 1889. Oggi è chiamato il promontorio di D’Annunzio. Non lontano si può visitare il Trabocco Turchino e l’omonima spiaggia. La sua amante Barbara Leoni era con lui in questo rifugio lontano dai clamori di Roma. La residenza, può essere visitata d’estate su richiesta ed è una delle mete più gettonate dal FAI.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/Celli_ripieni
https://it.wikipedia.org/wiki/Eremo_dannunziano
http://www.sanvitochietino.info/index.php/it/il-trionfo-della-morte