Serendipità: ispirazione e guida di viaggio
Serendipità, è una parola che mi accompagna da tempo. È un modo di vivere e viaggiare, il caso che conduce alla scoperta di luoghi magici ed inaspettati o che mi porta dove non stavo andando. Seguitemi in questa dimensione di creatività e stupore, vedrete le cose in modo diverso, soprattutto in viaggio, dove a volte vale la pena di non stare attaccati ad una guida o al tutto organizzato fino all’ultimo dettaglio.

Serendipità : il viaggio che sorprende
Io preferisco affidarmi in viaggio alla guida della serendipità e scopro casualmente tesori mentre cerco tutt’altro o solo per caso!
Che cosa significa serendipità?
Serendipity che in italiano si traduce con “serendipità”, significa fare scoperte per puro caso, ma anche di trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra.
Si può parlare di serendipità nel viaggio? Bhe è storia, ad esempio la scoperta dell’America, in fondo Colombo cercava le Indie! Allora ecco come far nostra l’attitudine di lasciarci condurre dal caso alla scoperta di luoghi o esperienze di viaggio totalmente inaspettate.

La mia guida preferita di viaggio
La serendipità è importante per i viaggiatori e per la vita in generale, perché è trovare qualcosa di prezioso o delizioso quando non lo stai cercando per caso. Come si fa ad usare la serendipità come guida turistica? Qualche suggerimento:
- Fuori dal percorso turistico, un fuori strada che consente di riprendere il vero senso del viaggio, avventure inaspettate che ci insegnano di più su una destinazione. Come si fa? Facile, ad esempio vedere cosa c’è dietro l’angolo o scendere a una fermata casuale della metropolitana ed esplorare, perdersi senza cartina e cellulare. Fermarsi dove c’è qualsiasi cosa che ci attragga. Un dettaglio, una parola, un libro…non dimenticate mai la sicurezza
- Concedetevi un giorno di libertà dal tutto organizzato.
- Flessibilità nella scelta dell’itinerario, certo organizzare va bene, ma concediamoci la flessibilità di cambiare qualcosa
- Viaggiare in luoghi meno turistici e fuori stagione, prezzi bassi e nessun turista. Si possono conoscere meglio le persone, scoprire i luoghi, rendere indimenticabili e unici i ricordi. Emozioni e tantissime cose nuove.
- La fotografia è molto legata alla serendipità. Quante volte si cerca qualcosa e si trova lo scatto giusto in altro!
Serendipità e viaggi un connubio fantastico!

Etimologia della parola
Il termine deriva da Serendip, l’antico nome persiano dello Sri Lanka. Il termine, serendipity, fu coniato dallo scrittore Horace Walpole che lo usò in una lettera scritta il 28 gennaio 1754 a Horace Mann. Serendipity gli venne ispirata dalla lettura di una favola intitolata “I tre principi di Serendip”. La favola racconta di tre principi persiani che partirono per fare fortuna nella “terra della seta”, un’isola chiamata Serendip, che ora è lo Sri Lanka.
« I tre prìncipi di Serendippo viaggiavano, continuavano a fare scoperte, per accidente e per sagacia, di cose di cui non erano in cerca»
Così come i tre principi di Serendip anch’io mi metto in viaggio alla scoperta di cose che non cerco! E quando accade è davvero bellissimo…

La serendipità è anche applicata alla ricerca scientifica
la serendipità indica anche il tipico elemento della ricerca scientifica, quando scoperte importanti avvengono mentre si stava ricercando altro per caso.
«Quando si scrive una poesia è frequente la serendipità: miri a conquistare le Indie e raggiungi l’America.» Andrea Zanzotto
La mia guida di viaggio: la serendipità
La serendipità è stata ed è la mia guida in viaggio, vi racconto due dei miei viaggi dove la mia guida mi è stata utilissima: Argentina Cueva de las manos e Chatam island Nuova Zelanda

- Argentina Cueva de las manos Cercavo un bagno in un campeggio sperduto della Patagonia vicino al Parco del Perito Moreno. e incrociai un adesivo con le foto delle mitiche manine su una porta di una rimessaggio. Così ho scoperto l’esistenza della cueva, era il 2009 e nel 2023 finalmente sono riuscita ad andare. Emozione, scoperta di un paesaggio imprevedibile con canyon e vallate lussureggianti. La Cueva ti accoglie e si lascia ammirare in tutta la sua misteriosa bellezza. Come arrivare: sito ufficiale Consigli pratici: fuori stagione, orari

- Chatam island Nuova Zelanda Ero a Tonga e cercavo sulla LP dei voli interni. La compagnia aerea che veniva indicata dalla guida si chiamava Chatam Air. Quando ho controllato su internet Chatam Air volava solo a Chatam Island…voilà …scoperta l’isola ho cambiato tutti i piani e ci sono andata! Oltre ad una isola remota e bellissima, ho scoperto che qui esisteva una popolazione polinesiana diversa dai MAORI i MORIORI…altra scoperta casuale! Chatam Island NZ, in lingua locale Rēkohu, che tradotto vuol dire Sole nebuloso. Il nome di Chatam lo devono ad un vascello britannico, l’ HMS Chatham, che qui attraccò ( per sbaglio perché la sua intenzione era di non seguire una rotta così meridionale) Questo arcipelago è composto da 2 isole, assolutamente remote ed inospitali. Basti pensare che piove per almeno 200 giorni alla’anno e che il vento è così forte e costante, che gli alberi sono piegati fino a toccare il terreno con le fronde. A est l’oceano si estende per più di 6000km e la costa più prossima è quella del sud America.

Sulle isole vivevano sin adalla note dei tempi una popolazione polinesiana,
i Moriori, che probabilmente aveva raggiunto le isole dalla nuova zelanda meridionale. I Moriori erano così discendenti di quei navigatori eccezionali che avevano colonizzato il Pacifico grazie alle loro portentose canoe, percorrendo migliaia di chilometri, dalla Nuoav Zelanda alle Hawaii e all’isola di Pasqua. I moriori vivevano di pesca, sfruttavano la caccia ai leoni marini e non praticavano l’agricoltura che era troppo difficle. Nonostante la durezza ed inospitalità delle isole sopravvissero pacificamante fino all’arrivo dei primi inglesi. Con l’arrivo dei Maori furono completamante o quasi sterminati. Da 200 di risdussero a 100. Inizio così la diaspora che li porto a sparpaggliarsi nel mondo. Oggi finalmente il riconoscimento e il riscatto per la preservazione della loro straordinaria e unica cultura.
Sono fondamentali le visite nei musei di Wellington e Auckalnd per capire cosa sia successo e che i Maori non fossero proprio arrivati per caso sull’isola, ma furono spinti a farlo dagli inglesi per ripulire dagli abitanti locali che reputavano ostili.

Fonti
Traveltherapists
Wikipedia